Attesa

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Nel 2005 il Comune di Torella dei Lombardi ha commissionato al prof. Giovanni Di Nenna un monumento per rendere omaggio alle vittime e ai dispersi della Seconda Guerra Mondiale, per tenere viva la memoria del passato, allo stesso tempo rinviare un messaggio di speranza, di pace e di un futuro migliore.
Le figure emergono dalla superficie di bronzo e sono suddivise in piani diversi, partendo dal basso, si vedono distintamente due donne disposte in primo piano, due contadine in abiti da lavoro, con scarpe di taglia più grande, che nonostante la stanchezza, sono ancora intente al lavoro, una impegnata al setaccio, l’altra, sta preparando la farina per le nuove generazioni, per i tanti figli rimasti a casa.
Tali donne sono le eroine di tutti i giorni, sostituiscono i loro uomini chiamati al fronte nel lavoro e nelle fatiche, sono la stabilità della famiglia, rappresentano il presente, la normalità, la vita e la sua continuità.
In primo piano è anche un bambino, appoggiato al davanzale di una finestra e tiene tra le mani una colomba, insieme formano l’allegoria del futuro delle nuove generazioni, il dovere da parte di ognuno di noi di preservare la pace per sostenere un domani migliore. Infatti, significativamente, il soldato che compare in piedi, più definito, nel protendere il braccio verso il piccolo, trasforma questa parte del corpo in un ramoscello d’ulivo, simbolo di fratellanza e della pace tanto bramata. Una volta raccolto, tale ramoscello potrà essere donato all’intera umanità.
L’opera suggerisce l’idea che da quei soldati, intendendo sia coloro che sono morti, sia quelli che sono ritornati, le nuove generazioni abbiano appreso il valore della pace, del rispetto e dell’amore. Sullo sfondo compaiono altri soldati, alcune figure sono più visibili, altre più incerte, a simboleggiare le prime i reduci, le seconde i caduti e i dispersi, dei quali spesso neanche i corpi sono ritornati in patria. Tutte le figure sono incluse in un arco, ossia il portale di una casa, simbolo di stabilità e sicurezza, che rimanda all’attesa delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale di sentire passi familiari provenire dalla strada.
Nella rappresentazione delle figure in rilievo la visione prospettica è capovolta, secondo l’idea poetica dell’artista, i soldati sarebbero già ritornati a casa, anzi non si sono mai allontanati da essa, dal momento che il ricordo di quei giovani è sempre vivo nel cuore dei familiari. La Donna assicura a chi ritorna e a chi è rimasto la vita, unica certezza in questo mondo dominato da barbarie e violenza, il messaggio da trasmettere è ancora una volta di comprendere gli errori del passato e progettare un mondo migliore.
Si ricorda che una piccola riproduzione dell’opera si conserva nelle sale del museo-antiquarium del castello.

Giovanni Di Nenna è nato a Torella dei Lombardi il 13 ottobre 1950, ha frequentato l’Istituto d’Arte di Avellino e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, sezione scultura, con i maestri Mastroianni, Perez e Giordano (detto Buchicco). Ha intrapreso la professione d’insegnante di Plastica ed Educazione Visiva presso l’Istituto d’Arte di Avellino, è stato grafico di copertina della rivista «Politica Meridionalista» edita dal centro Studi Guido Dorso di Napoli, ha realizzato copertine per i testi di narrativa scolastica con la casa Editrice Ferraro, ha lavorato presso la bottega del restauro di Maria Chiariello di Napoli. È artista ufficiale del gruppo “Petit princ” distributrice di arte contemporanea in Italia e all’estero. Oggi, le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.